INTRODUZIONE
Il disco in vinile è un disco ove le informazioni vengono registrate in modo analogico mediante microsolchi. Questi ultimi sono scritti a spirale e partono dall’esterno del disco per terminare al centro. Di questo disco ne esistono principalmente quattro tipi: 78,26 giri (chiamato semplicemente 78 giri), 45 giri, 33â
giri (soprannominato 33 giri) e il 16â
giri che avendo una qualità bassa è utilizzato solo per incidere la voce.
LETTURA
Durante la lettura il motore fa ruotare il piatto porta disco, il quale deve girare a una velocità angolare costante, pari al valore di registrazione del disco. Nei sistemi professionali questa velocità è controllata tramite molti segni neri disegnati sul piatto rotante, che permetto a una luce di riflettersi o non riflettersi. Successivamente ci sarà un circuito che provvederà a contare quante di queste linee verranno riflesse e si occuperà , nel caso in cui il numero sia sbagliato, di accelerare o decelerare il disco.
Sul disco il segnale è già presente come bassa frequenza (quello che si può ascoltare) sotto forma di variazioni del solco da destra a sinistra e viceversa. Il segnale viene letto tramite una puntina che scorre all’interno di questo solco. Nel caso in cui si tratta di un disco mono la puntina subisce solo variazioni orizzontali (come rappresentato nella figura qui affianco). Siccome la puntina è immessa in un campo magnetico queste variazioni orizzontali creano già un segnale elettrico, che è sufficiente filtrare e amplificare per poter essere ascoltato.
La lettura di dischi stereo è invece più complessa in quanto abbiamo solamente un solco, ma due canali (destro e sinistro) che sono registrati. Tali canali sono registrati in modo trasversale a 90° di distanza uno dall’altro, e a 45° rispetto all’orizzontale (lettura mono). Il principio di lettura resta comunque lo stesso, ossia una puntina che in base alle variazioni della testina nel solco restituisce un segnale di bassa frequenza. In questo caso la puntina non è adibita solo a movimenti in orizzontale, ma ha la possibilità di muoversi liberamente su di un campo di 90° (angolazione tra i due canali). Mediante l’angolazione che la puntina assume e alla distanza dall’asse che essa raggiunge si riesce a estrapolare il segnale per tutti e due i canali. Un disco che è stato registrato in modalità stereo resta comunque compatibile con i vecchi lettori monofonici, in quanto se lo spostamento avviene sull’orizzontatale troviamo il segnale mono.
Per quanto riguarda la puntina di lettura ne esistono di vari tipi i cui materiali di costruzione sono: cristallo piezoelettrico, magnetico e ceramico. Per quanto riguarda il magnetico posso dire che è quello di qualità più bassa in quanto è sensibili ai campi magnetici esterni che oggi come oggi sono molto presenti in quanto ogni apparecchio elettrico ne genera. Le puntine piezoelettriche sono quelle di qualità più alta in quanto non sono sensibili a campi magnetici e sono molto resistenti nel tempo, l’unico svantaggio che hanno è il costo elevato. Per apparecchi di fascia media esistono rivelatori ceramici che non sono sensibili al magnetismo, hanno durata abbastanza lunga, ma costi contenuti.
Un disco in vinile a 33 registrato sulle due facce può arrivare a memorizzare fino a 64. Grazie a questa lunga durata di registrazione questi dischi vengono comunemente chiamati “Long Playing (LP)”. La qualità registrata su quest’ultimo è abbastanza buona, infatti la sua banda passante parte da 50 Hz e arriva fino a circa 15 kHz. Un punto un po’ a sfavore per i vinili stereofonici è la diafonia (interferenza tra un canale e l’altro) che vale solamente 23dB, questo è fastidioso soprattutto se vi è molta disparità di volume tra i due canali. I dischi da 45 giri invece non sono “Long Play”, infatti riescono a riprodurre brani solamente per poco più di 5â
minuti, che tra l’altro è la durata di un disco di medie dimensioni che ruota a 78 giri.