E' passato diverso tempo da quando il pianoforte lo studiavo, e a differenza di allora, la lettura di uno spartito mi viene difficile: specie se in chiavi complicate che non siano do, sol e fa maggiore.
Oggi "suono", e le virgolette sono d'obbligo e non sono falsa modestia, prevalentemente a orecchio: la memoria in questo gioca sicuramente il suo ruolo; anche suonando a orecchio si tende, nell'esecuzione di questo o quel brano, a cercare di ripetere in modo più o meno uguale determinati passaggi e a confermare la scelta di un determinato accordo al posto di un altro che magari ci starebbe bene, ma non come quello.
Direi però che l'esecuzione di un brano letto da uno spartito è un attività in cui la memoria fa la parte del leone, e quindi partirei da quel che succedeva quando gli spartiti riuscivo a leggerli. In quel periodo ancora non mi ero accorto di essere astigmatico, anzi si può dire che la prima ad accorgersene fu proprio la mia maestra di piano, che quasi ogni settimana mi diceva " ma tu ci vedi? ma perchè quando leggi t'incurvi verso il pianoforte??" E io presuntuoso e convinto di avere i classici dodici decimi rispondevo "ci vedo benissimo!". Credo che il difetto visivo sia stato sempre un handicap per la mia lettura di spartito, che in effetti era un supplizio. E conseguentemente sulla memoria forzavo eccome, cercando di arrivare presto all'esecuzione del brano senza più dover guardare il pentagramma.
Non ho mai visto scorrere spartiti nella mia mente, nè credo che il meccanismo mnemonico avesse a che vedere con la "grafica" della postura delle mani. Proprio no....direi che è un meccanismo a due mani tra memoria e orecchio, per cui è la musica nel suo complesso e in ogni sua voce a essere memorizzata, il che è seguito da un certo istinto, per me difficilissimo da descrivere a parole, che dice alle mani dove devono andare a posizionarsi. E' difficile dirlo meglio, sarebbe come spiegare il processo che fa sì che in mente si formi una parola, chessò "deliziosamente", e in sequenza labbra, lingua, palato e gola si muovano con precisione coordinata ad articolarla. E' un fatto naturale, immediato e pertanto difficilmente spiegabile.
Di una cosa sono sicuro, la mente pensa la musica...sarà una banalità assoluta quella che sto dicendo, ma io mi sento cantare dentro ( non sono posseduto eh ....) , certi momenti sono in macchina, zittissimo, e la mia mente canta una canzone. Peraltro, a differenza della voce che (ahimè) non è in grado di riprodurre da sola degli accordi, la mente (fino a un certo punto, non è un orchestra) ma canta multitonale, riproducendo sia la linea melodica che il basso in accompagnamento, e pure qualche fronzolo di accordo qua e là......